(raccontata dal socio Mauro Zanetti, che ringraziamo)
ASSOCIAZIONE BRIDGE IVREA
Qualche tempo fa alcuni soci in una chat auspicavano che un “vecchio” socio del nostro circolo scrivesse una breve storia della nostra Associazione.
Quando mi sono accostato al bridge agonistico ero il Socio più giovane, oggi penso di essere il più “vecchio” per militanza nell’ABI e quindi mi sento chiamato in causa da quell’invito per far conoscere ai nostri soci, con minor anzianità, la storia del bridge eporediese sotto l’egida della FIGB.
Anno 1964: nell’ambito del “Gruppo Sportivo Ricreativo Olivetti”, nasce la sezione bridge per volontà di alcuni olivettiani appassionati di questo gioco.
Questa però non è una data certa, perché non esiste documentazione in merito, né presso il GSRO né, sembra, in Federazione, e non ci sono più soci fondatori viventi.
Ma come è nata la nostra associazione ?
Fino ad allora nessuno conosceva il bridge duplicato, si giocava a bridge solo in case private, fra un the, un pasticcino e quattro chiacchiere, si faceva esclusivamente “partita libera”. Un giorno quattro amici, frequentatori assidui del Caffè del Teatro, dove fino a quel momento avevano giocato solo a “scala” o a “mitigati”, scoprono di conoscere il bridge (Culbertson) e iniziano una prima partita; si avvicina al tavolo Giuseppe “Pinutin” Garabello, che si ferma a guardare e, incuriosito, chiede ”cosa l’è susì” ? Gli rispondono “bridge”..… ”Ah…” e Pinutin rimane a guardare fino a quando ad un certo punto sbotta, rivolto proprio a me “ma t’ses ‘na bestia ! se ‘t fasie parei e parei a l’era tuta roba tua !”. Aveva ragione: non erano passati più di 10 minuti da quando si era avvicinato al nostro tavolo, nel quale oltre al sottoscritto ed altri due amici, giocava Franco Sacchero.
Da quel momento Pinutin fu punto fisso al tavolo da bridge e poco a poco gli appassionati si moltiplicarono per due o per tre, quindi ecco nascere la voglia di competizione fra le coppie, cioè la voglia di passare dal bridge salottiero al bridge agonistico.
Fu così che Franco Sacchero, il fratello Fulvio e ad altri bridgisti, che lavoravano nella“ditta”, riuscirono a fare inserire il bridge fra le attività del GSRO, dando vita alla nostra Associazione.
Fra i Soci fondatori ricordiamo, oltre ai già citati fratelli Sacchero e Giuseppe Garabello, Ivanoe Bellino, Edoardo Ecclesia, Amati, Roberto Frangini (unico che fosse giàstato iscritto alla FIGB, classificato in 3a categoria), Eugenio Sacerdote, Furio Gariglio, Benito Curzio, Tonino Felicella, Nicola Putortì, Donato Capitanio, Vittorini; ad altri, che al momento mi sfuggono, chiedo scusa.
In quei primi anni di vita l’ABI contava un certo numero di giocatori di buon livello tecnico, tanto che una squadra, di cui facevano parte i due Sacchero, Bellino, Ecclesia, rinforzata dal genio di Garabello, vinceva il campionato italiano “di 2a e 3a categorie e n.c.”. Purtroppo per l’ABI, Garabello si trasferiva presto a Torino dove incontrava il “grande bridge” del blue team e, nel 1973, vinceva il campionato mondiale, giocando in copia col “professore” Vito Pittalà.
In quegli anni l’ing. Ecclesia, in collaborazione con l’ing. Patrucco, elaborava il sistema “Ivrea”, un sistema che ha non pochi pregi e che ancor oggi è usato da alcuni soci del nostro circolo.
E dove poteva la sezione bridge del GRSO svolgere la sua attività ? Ovviamente al “Convento”, nella sala al 1° piano, sovrastante il bar; ma ben presto sorgono dei problemi e così ci si trasferisce all’hotel “La Serra” , che riserva al bridge, 2 sere alla settimana, una parte della saletta delle colazioni, dove si svolgevano tornei da 4 fino 6 tavoli Howell. Allora era Presidente dell’ABI l’ing. Eugenio Sacerdote e io fungevo da direttore di torneo, segretario,factotum e fra le altre cose acquistavo i premi dei vari tornei; oggi è un mistero, irrisolto,come si potesse in quegli anni assegnare premi costituiti da sterline e marenghi d’oro a fronte di un’iscrizione minima sia al Circolo, sia al singolo torneo !
Quando cessarono le sovvenzioni annuali del GSRO(50.000 £), l’ Associazione Bridge Ivrea si trasferì nella bellissima sede del Circolo Eporediese, in corso Cavour, dove rimarrà per molti anni, fino alla chiusura del Circolo che la ospitava; durante la permanenza nei locali del Circolo Eporediese io stesso assunsi la presidenza della nostra associazione.
In questi anni l’ABI continua a crescere, raggiungendo e superando i 100 soci e organizzando due tornei settimanali, che arrivano a contare 11-12 tavoli, con ospiti che provengono da Biella, Aosta e Torino. Le classifiche erano stilate a mano, alla fine di ogni torneo e comportavano un grande dispendio di tempo e di energia,così ho creato un programma, in un BASIC elementare, che girava sul mitico Commodore 64 (64 K di memoria Ram !!) per fare le classifiche in maniera più rapida e precisa. Per la cronaca l’ABI ha utilizzato questo software fino all’arrivo di un informatico di professione: l’ing. Walter Sartori.
Nel periodo di permanenza nel Circolo Eporediese, dopo molti anni di presidenza Zanetti, le redini dell’ABI passano al Generale Nino Criscuolo, che però dopo un anno circa si dimette e la Presidenza ritorna ….a me; finalmente, dopo un altro tot di anni, la FIGB sancisce che un arbitro non possa assumere cariche sociali ed io decido di limitarmi a fare l’arbitro e cedo le armi a Katy Ciardiello.
A questo punto mi corre l’obbligo di aprire una parentesi su un personaggio così importante, per il nostro circolo, qual è Katy. La nostra Presidentessa arriva ad Ivrea nel 1983 e un giorno, passando per la libreria Cossavella, compera un libro che insegna a giocare a bridge; questo gioco, per lei nuovo, la interessa e la appassiona al punto che con tre amiche inizia a giocare, sempre libro alla mano: nessun altro supporto !
Poi partecipa ad un corso che io stesso tenevo al Circolo: le tre amiche desistono ben presto, ma la passione di Katy è forte e prevale sull’arido nozionismo dei primi rudimenti: lei non molla, ed eccola qui, oggi a prodigarsi in tutti i modi per l’ABI e per il bridge ad Ivrea. Ben presto però Katy si trova a dover affrontare un problema molto grave: il Circolo Eporediese chiude e l’ABI si trova “a spasso”.
Cerca qua e cerca là alla fine Katy trova una soluzione di ripiego, veramente poco piacevole: un bar-ristorante nell’area industriale di Loranzè. Crollo della partecipazione ai tornei: ambiente forse non propriamente pulito, spesso disturbato da chiassosi gruppi di avventori del bar, un vero disastro !
Così si ricomincia a cercare, finchè si trova la soluzione attuale, finalmente un circolo tutto per noi !
Negli anni di presidenza Ciardiello, si organizzano corsi con istruttori federali, prima Franco Cibrario, poi Riccardo Rubagotti; particolarmente felice e prolifico il corso tenuto alla “terza età”, che ha portato nuova linfa vitale al nostro circolo con un buon numero di nuovi adepti, ma anche ad una grave scissione: Stefano Barachini, nostro socio quasi storico, si stacca dall’ABI, creando un suo circolo e sottraendo alla nostra associazione un certo numero di potenziali soci, peccato veramente !
Katy, da napoletana verace, riesce a trasformare il circolo da sala nella quale si esercita esclusivamente attività agonistica a circolo sociale, istituzionalizzando un torneo, il venerdì sera, orientato all’inserimento dei principianti e alla convivialità.
Oggi nel nostro circolo si gioca a bridge il martedì sera, torneo simultaneo, il giovedì, ma forse si abbandonerà questa serata , il Venerdì sera, torneo sociale e da qualche tempo, su iniziativa di alcuni soci si gioca la domenica pomeriggio. Il venerdì sera è la serata destinata anche ai corsi per principianti.
In campo agonistico nazionale, purtroppo, non sono tanti i successi per le squadre o le coppie dell’ABI:oltre alla già citata vittoria di Garabello& C, un 3° posto ottenuto tempo addietro da Andreotti-Zanetti e Gianotto-Burigana con Grosso c.n.g. ancora nello stesso campionato di “2a e 3a e n.c.” e, sporadicamente, alcuni buoni piazzamenti di qualche copia in importanti tornei nazionali. Negli anni ’90 la nostra associazione ha una buona attività agonistica in campo nazionale, con coppie e squadre in serie A, B, C .
Consentitemi ancora di ricordare un nostro ex socio, ora trasferitosi a Baveno: Fulvio Ferrari, un personaggio che ha lasciato un segno profondo nella vita del nostro circolo; forse non eccelso come giocatore, ma validissimo istruttore negli anni ’90 di alcuni dei nostri soci che oggi vanno per la maggiore, giocatori di cui non voglio fare il nome, salvo citarne uno che da qualche anno si è trasferito a Torino: Franco Cibrario!
Per chiudere questa breve storia dell’ABI mi piace ricordare, oltre a quelli già citati, alcuni soci che hanno contribuito ad elevare il livello tecnico del bridge eporediese, ottimi giocatori che hanno lasciato il segno del loro passaggio ad Ivrea; Binelli, maestro di Burigana e Rubagotti, ottimo giocatore di bridge e anche ottimo scacchista, Silvestri, toscanaccio fantasista del bridge, Ciabattini, veramente ottimo giocatore, e Cristina Golin, oggi nazionale italiana, passati da Ivrea come una meteora, Andrea Fabbri, per anni mio paziente compagno, forse il migliore di tutti.
Purtroppo non sono in grado di precisare le date dei vari eventi e mi scuso, se in questo breve escursus sulla storia dell’ABI ho dimenticato nomi e fatti importanti per la storia del circolo.
Mario Zanetti